Analisi del match del 03.06.2014 a cura di Domenico Silvestro

04.06.2014 12:19

C’era una volta Garella….

omone pesante, grosso, di mestiere faceva il portiere. Con il suo corpaccione immenso aveva condotto una squadra di gregari , il Verona di Bagnoli, allo scudetto meno scontato della storia  e poi aveva infiammato i cuori partenopei, contribuendo al primo, indimenticabile, tricolore di  Diego.

Non dimenticherà mai una parata di piede su rasoiata mancina di Boniek in un durissimo NapoliJuve….

Garellik era un mito, il trionfo dell’uomo privo di  fisco scultoreo, ignaro degli addominali che oggi son scolpiti sui ogni calciatore di serie A….ma quelli erano altri tempi , erano gli anni del caffè Borghetti, delle maglia dall’uno all’undici , delle Tepa sport e delle sigarette consumate negli spogliatoi…insomma era l’epoca di Claudio Garella….

 

Brano tratto da La mitica storia del campionato di calcio anni ottanta  di Antonio Carratelli

 

 

Prima vera partita della stagione. Prima vera incognita del risultato.

Finalmente con un portiere degno di questo nome gli ASH scendono in campo determinati a fare bene. Gli AF, squadra in formissima, ha tutti i tasselli al posto giusto. L’aria calda, tagliata solo da una leggera brezza primaverile invade l’oasis stadium per accogliere le due compagini in una sfida che si preannuncia equilibrata. Il fischio di inizio rimbomba in tutta via padre mario vergara…si parte.

L’assetto tattico degli ASH vede inizialmente come centrale difensivo Silvestro D. coadiuvato da Silvestro A., mentre Ambrosio e Moccia pensano alla fase offensiva scambiandosi spesso la posizione. Gli AF invece mantengo l’impalcatura di inizio campionato con Cosentino perno centrale, Carmine muro difensivo coadiuvato da Del prete A., Setola libero ordinato, e Del prete G. punta avanzata.

I primi minuti sono tutti degli ASH che iniziano con ordine e disciplina; sono concentrati e affamati della vittoria. Le azioni sono veloci e ben coordinate. I risultati si vedono subito con due gol che portano la firma di Ambrosio e Silvestro A.. Gli AF sembrano smarriti. Forse impauriti. Forse è quella paura, forse è quella foga agonistica che vedono negli occhi degli avversari, la stessa che hanno avuto nei loro occhi, che spinge alcuni giocatori a invocare falli a volte improbabili. Ma la forza degli AF non è quella. La forza degli AF è l’esperienza (oltre che le indubbie capacità individuali dei giocatori). Con qualche piccolo aggiustamento tattico e la ripresa della giusta concentrazione, il duo Cosentino – Del Prete G. mette a segno il pareggio. Il primo gol su azione. Il secondo come al solito da calcio d’angolo dopo una sfortunata deviazione in autogol di Ambrosio. La carica e la foga degli ASH sono ridimensionati. Il portierone degli ASH riesce ad evitare dei gol su tiri da fuori che senz’altro avrebbero avuto altre fortune se tra i pali ci fosse stato uno dei calciatori in campo. Ma non è il portiere, seppur bravo, ad essere il motivo di questa trasformazione degli ASH. Ma l’ordine e la concentrazione di Silvestro D. Silvestro A. Ambrosio e Moccia a essere la radice su cui cresce il gioco degli ASH. Nonostante ciò, gli AF riescono a metter a segno il momentaneo vantaggio E’ un momento condensato nel colpo di genio di Del Prete G.; Stop giro e tiro fulmineo da incorniciare. E’ da quell’istante, siamo negli ultimi dieci minuti di gara, che comincia il declino degli ASH e l’ascesa degli AF. E’ dal quel lampo che appaiono chiare le differenze tra le due compagini. L’esperienza e la cinica concretezza degli AF contro l’inefficacia la scemata tenuta atletica e nervosa degli ASH.

Infatti come un copione visto e rivisto, gli ASH cominciano ad imbastire azioni articolate che rendono difficile la penetrazione nell’area avversaria; si fanno largo poi azioni a testa bassa senza sbocchi, tiri approssimativi dettati dall’impazienza di segnare un gol e passaggi ciechi della visione di gioco. Le chiare occasioni da gol non vengono finalizzate; si spreca tirando malamente sul portiere o addirittura lontano dallo specchio della porta. I ripiegamenti difensivi diventano più rari.

Il 4-2 è solo questione di tempo. Gli AF non solo hanno individualità importanti, ma sanno essere anche cinici e concreti. Ed infatti firmano il 4 – 2 approfittando di una dormita generale della difesa. Solo una fortunosa combinazione fa accorciare le distanze agli ASH 4-3.

Ma come dicevo gli AF hanno esperienza. Tengono il possesso palla facendo avanzare gli avversari nella loro metà campo per ripartire in contropiede. Attuano una irritante melina con il portiere per far trascorrere il tempo. Attivano un fase difensiva ampia ed efficace. Insomma riescono senza notevoli sforzi a mantenere il risultato sul 4-3. Un atteggiamento che può sembrare timoroso, ma che invece incorona gli AF come una grande squadra.

Ma agli ASH manca davvero un briciolo per elevarsi allo stesso livello.

La partita di ieri ne è dimostrazione. Ancora un passo in avanti. Ancora un gradino in più verso l’alto.

 

Gli amici si sono ritrovati. In dieci si sono sfidati a viso aperto. Contro ogni screzio, contro ogni scontro. In quella correttezza che appartiene al divertimento e alla gioia di passare un ora di gioco insieme.

Viva gli ASH. Viva gli AF.